“Oppressione” è un’opera che scava nelle profondità dell’animo umano, utilizzando la ritrattistica come mezzo per esprimere ciò che non può essere visto materialmente. Attraverso l’autoritratto, l’artista si sofferma sulla percezione che ognuno ha di sé, sia in relazione al mondo esterno, sia rispetto agli altri. Da qui nasce una riflessione sul mettersi in discussione e sull’indagine di quanto il sé sia influenzato da forze esterne o da meccanismi interni, intrinseci alla natura umana, che spesso sfuggono alla piena comprensione.
Questo lavoro, insieme ad altre opere realizzate negli ultimi anni, ha come fine ultimo l’esplorazione interiore, alla ricerca di una risposta: siamo davvero ignoti ed estranei a noi stessi, o esiste la possibilità di conoscerci fino in fondo, acquisendo una piena consapevolezza di sé e del proprio essere? L’opera invita a esplorare come le influenze esterne e i labirinti interiori modellino la percezione di sé, trasformando l’autoesplorazione in un sogno evanescente, dove l’essenza dell’individuo si rivela tra ombre e riflessi di un’identità mai del tutto afferrabile.
