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La nostra prima mostra allo Spazio Malvasia a Venezia
e intervista al proprietario

La nostra prima mostra allo Spazio Malvasia a Venezia
e intervista al proprietario

Ritorniamo con un po’ di nostalgia a una settimana dalla conclusione della nostra prima mostra, Proiezioni Oniriche, tenutasi dal 25 al  27 ottobre a Venezia, allo Spazio Malvasia.

La nostra prima esposizione, intitolata “Proiezioni Oniriche, fugaci incontra tra il reale e l’inconscio” esplorava il sottile confine tra il reale e l’inconscio, un tema che ci affascina e che abbiamo voluto rappresentare attraverso le incisioni dei nostri artisti. L’obiettivo è stato quello di offrire al pubblico una serie di visioni sospese, un frammento di realtà in cui si intravede un mondo interiore fatto di simboli, emozioni e ricordi.
Ogni incisione cercava di rappresentare un incontro, a volte casuale e a volte enigmatico, tra ciò che vediamo e ciò che si cela sotto la superficie. È stato questo il filo conduttore che ha dato forma all’intera esposizione.

Abbiamo scelto Venezia come sede non solo per il legame affettivo con l’Accademia di Belle Arti, dove tutti i nostri artisti si sono formati, ma anche per il fascino onirico della città. I canali, i riflessi d’acqua, l’atmosfera sospesa creano un ponte perfetto tra reale e immaginario, un contesto che ben si presta ad un’ esplorazione artistica dell’inconscio.

La mostra si è svolta presso lo Spazio Malvasia, un antico laboratorio, situato a Cannaregio; un ambiente raffinato e luminoso. Per l’allestimento abbiamo voluto puntare su un aspetto semplice e minimale, in modo da mettere le incisioni al centro dell’attenzione. Tutte le opere sono state esposte su pannelli di legno dipinti di bianco, scelti appositamente per creare un contrasto visivo interessante: risaltavano bene sulle pareti in mattoni, mentre si fondevano armoniosamente con le superfici in calce rasata, lasciando che fossero le incisioni stesse a parlare.

Lasciamo ora lo spazio all’intervista fatta al proprietario dello spazio Malvasia, Luca Bassi:

1.Cosa ti ha spinto ad aprire uno spazio espositivo per l’arte a Venezia, città già così ricca di storia e cultura?

Non credo ci sia posto al mondo dove arte, storia, economia e ingegneria si siano fuse in modo così organico come a Venezia e, pertanto, voglio apportare il mio infinitesimale contributo affinché questi valori possano continuare a rendere unica Venezia dedicando agli artisti una “parte di casa”.


2.Qual è il tipo di arte che ti emoziona di più e che ti piace vedere esposto nel tuo spazio?

Le arti figurative e le opere artigianali.


3.Qual è la tua visione sugli artisti emergenti e come pensi che possano contribuire al panorama artistico di Venezia?

Tutti gli artisti che hanno contribuito all’evoluzione culturale sono stati ‘emergenti’ e quindi credo fermamente nell’investimento nei giovani e, in genere, in chi si affaccia con tenacia e costanza al mondo dell’arte. In questa ottica ho sempre offerto cifre calmierate di affitto dello Spazio Malvasia per i giovani artisti, un piccolo modo per sostenerli!


4. Ci puoi raccontare la storia del locale?

Spazio Malvasia nasce all’interno del Palazzo Morosini-Strozzi, immobile la cui parte centrale tuttora esistente risale al XV secolo. Nella nota mappa di Venezia di Jacopo de’ Barbari (1470-1515 circa) l’edificio è raffigurato come un ‘fondaco’, a pianta quadrata, con un grande cortile centrale. Nei secoli l’immobile ha subito varie trasformazioni e, pare, che abbia anche accolto una prigione per crimini minori (il campiello, infatti, a pochi passi dallo Spazio si chiama ancora ‘della Cason’, cioè ‘della prigione’).
Il temporary nella metà del ‘900 è stato un forno, gestito da Giuseppe Ferruoch (come da scritta sopra la vetrina e da incisione in marmo attualmente appesa all’interno del locale) che da Campo Santi Giovanni e Paolo si era spostato in calle della Malvasia.
Il restauro è stato curato nel 2021, nei minimi particolari, dall’architetto Elisa Santoro che ha utilizzato solo materiali ispirati alla più rigorosa tradizione veneziana: il pavimento a losanghe bianche e rosse di marmo di Verona e i muri in calce rasata.

Per ulteriori informazioni sul locale : https://www.labiennale.org/it/bacheca/10226

Ringraziamo tutti coloro che hanno visitato “Proiezioni Oniriche” e chi ha contribuito a rendere unica questa esperienza. Speriamo di rivedervi presto nelle nostre future esposizioni!