Giulia Pittaro, nata nel maggio 1998 in un paesino della campagna veneta, è cresciuta nella casa della nonna materna, circondata da prozie, bisnonne e zie. Questo ambiente bucolico, profondamente religioso e per certi aspetti anacronistico, ha segnato la sua infanzia, spingendola a isolarsi dai coetanei. Durante l’adolescenza, Giulia ha sentito il bisogno di superare i confini della tradizione, iniziando un percorso di esplorazione che l’ha portata a frequentare il Liceo Artistico Modigliani di Padova e, successivamente, l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ha conseguito la laurea specialistica in Grafica d’Arte nel marzo 2023.

La sua ricerca artistica è radicata in una “geografia familiare”, una planimetria mentale degli spazi in cui è cresciuta. Molte delle sue opere derivano da memorie corporee legate ai luoghi interni ed esterni della casa della nonna materna. Attraverso tecniche calcografiche come l’acquaforte, il lavis e il poupée, Giulia ripercorre queste memorie, trasponendole in incisioni su pagine zincate. Questo processo sismografico integra anche eventi quotidiani, come testi di canzoni significative o conversazioni con amici, in un rituale necessario per elaborare i legami familiari e risanare l’ecosistema interiore.

Oltre alla calcografia, Giulia utilizza altri medium espressivi come pittura, disegno, serigrafia, videoarte e installazione per raccontare una poetica profondamente personale. La sua pratica artistica è un tentativo di estirpare traumi e paure che si ripetono da generazioni, piantando nuovi semi e trasformando la memoria sedimentata in energia vitale, in un processo continuo di rigenerazione emotiva e ricerca di nuovi equilibri.