Vittorio Venturoli, artista italiano nato nel 1998 a Manfredonia, una piccola cittadina sulla costa sud-orientale dell’Italia, ha trascorso gran parte della sua vita a Bologna, dove ha intrapreso i primi studi artistici. Successivamente, ha proseguito la sua formazione con un corso triennale di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua pratica artistica principale si concentra sulla produzione di disegni e incisioni che esplorano la dualità dell’identità. In un limbo onirico, Venturoli raffigura personificazioni di sogni, pensieri e ricordi come figure smarrite, sonnambuli che vagano senza meta alla ricerca di un varco nelle strutture labirintiche della logica.

Questa dualità si manifesta attraverso due approcci distinti: uno più intimo, narrativo e surrealistico, strettamente connesso alla sfera personale del suo passato, e un secondo più concettuale, incentrato sui limiti delle strutture logiche che regolano l’organismo umano, dando forma ai pensieri e alla coscienza. Mentre il primo approccio tenta, con esiti incerti, di sfuggire alle strutture dei vincoli linguistici nel tentativo di dare voce all’irrazionalità dell’azione pura, il secondo cerca di familiarizzare con i limiti ereditati dal contesto socio-culturale in cui viviamo, prendendo come esempio principale il “linguaggio”.