“Fame d’aria” è una rappresentazione onirica dello spazio in cui viaggia l’anima. È il percorso in cui la morte rapisce l’anima, trasportandola in una dimensione dove tutto appare disordinato: l’aria è densa, pesante, e le architetture si manifestano come allucinazioni di una realtà inesistente. Si percepisce la paura del vuoto, dell’atto di volare in un cielo nero e senza fondo. Le figure eteree ai lati restano in attesa, osservando che questa energia invisibile attraversi lo spazio. Il viaggio si trasforma in un incubo: quell’anima, affamata di libertà, desidera fuggire da questo spazio angusto, dove tutto sembra immobile, ma al contempo soffocante. È una dimensione di passaggio, uno stato di stallo. Solo al di fuori di essa lo spirito potrà tornare a respirare.