Intervista ad Arianna Bravin
Siamo lieti di inaugurare il nostro blog con un’intervista realizzata in occasione della mostra inaugurale della galleria, in cui l’opera “Venezia incantata” di Arianna Bravin è stata scelta come simbolo dell’evento. In questo dialogo, l’artista ci parla delle sue ispirazioni, delle tecniche e del ruolo centrale che mitologia e simbolismo ricoprono nel suo lavoro. L’intervista si concentra sul suo percorso creativo, dove passato e presente si intrecciano con sensibilità e profondità.
Si può dire che il tuo stile si rifaccia in parte all’arte rinascimentale, soprattutto nell’aspetto figurativo? Ci sono dei maestri del passato che consideri più influenti per il tuo lavoro?
“Mi ispiro profondamente alle figure dell’arte rinascimentale tedesca, in particolare alla capacità di artisti come Van Eyck e incisori come Schongauer di creare una forte tensione plastica nelle loro opere. Mi affascina la staticità delle loro figure, che sembrano sospese in uno spazio quasi teatrale, come se fossero collocate in una quinta scenica. Questa immobilità conferisce alle loro composizioni una solennità che va oltre il tempo, una qualità che cerco di riprodurre nel mio lavoro. L’uso delle linee e della luce per modellare queste figure, rendendole scultoree e quasi tangibili, è una delle principali influenze sul mio approccio alla composizione.”
Sei specializzata in tecniche di stampa, in particolare la calcografia. Cosa ti affascina di più di questa tecnica rispetto ad altre forme di stampa d’arte?
“Mi affascina la calcografia per il suo processo indiretto, che mi offre uno spazio di riflessione e la possibilità di correggere eventuali errori che inevitabilmente emergono durante la mia progettazione artistica. È un mezzo che richiede pazienza, e questa distanza tra la creazione e il risultato finale mi permette di lavorare con maggiore consapevolezza. Prediligo in particolare l’acquaforte a puntinato, che ha la capacità di tessere una trama complessa di segni. Questi segni si coagulano e si dividono in maniera organica, adattandosi alla materia che rappresentano, creando così una texture unica e vibrante.”
Puoi raccontarci del tuo processo creativo? Come nasce una tua opera, dall’idea iniziale fino alla realizzazione finale?
“Il mio processo creativo è molto libero e spontaneo. Raramente pianifico in modo dettagliato, a meno che non si tratti di progetti più ampi. Di solito parto da un’idea generale che annoto in via scritta, per avere un punto di riferimento. Successivamente, sulla lastra già preparata con la vernice protettiva, traccio dei segni a pennarello per visualizzare gli ingombri e distribuire il peso delle figure. Questa è solo una guida preliminare, ma poi lascio che i dettagli e le figure prendano forma in modo fluido e in divenire. Anche quando ho un progetto disegnato e definito, so che il risultato in calcografia sarà sempre diverso da quello immaginato. È durante il processo che l’opera evolve, con dettagli e piccole aggiunte che emergono man mano, sviluppandosi gradualmente e acquisendo una propria identità.”
Spesso nelle tue opere rappresenti dei soggetti mitologici. In che modo li scegli? È più una questione di simbolismo o di narrazione visiva?
“Nelle mie opere rappresento figure mitologiche che scelgo attingendo dalla mia memoria e dalle esperienze personali. Spesso consulto dizionari di simboli per approfondire i significati e trovare gli elementi che possono dare spessore narrativo all’opera. Questo processo mi permette di creare un legame tra passato e presente, dando vita a storie che risuonano con il pubblico. Ogni figura mitologica che inserisco è carica di significato e contribuisce a un racconto più ampio, permettendo a chi osserva di esplorare temi universali attraverso l’arte.”
Come immagini che la tua arte si evolverà nei prossimi anni? Hai dei progetti artistici futuri?
“Non ho una visione chiara di come si evolverà la mia arte nei prossimi anni, perché la considero un processo imprevedibile e dinamico. È profondamente legata a ciò che siamo come individui e come società. Credo fermamente che l’arte sia in continuo cambiamento e si adatti al nostro divenire. Man mano che affrontiamo nuove esperienze e sfide, la mia espressione artistica sarà influenzata da questi elementi, permettendomi di esplorare nuove tecniche, temi e forme. Questa imprevedibilità è ciò che rende il mio percorso artistico così affascinante; ogni opera è un passo verso una direzione che non posso ancora immaginare, ma che attendo con entusiasmo.”
Abbiamo parlato di artisti del passato dai quali hai preso ispirazione, ma ci sono anche degli artisti contemporanei che ammiri e che influenzano il tuo lavoro?
“Seguo numerosi artisti contemporanei, non tanto come modelli di riferimento, ma piuttosto come fonte di diletto e ispirazione. La loro diversità è ciò che mi colpisce di più; ognuno di loro lascia un’impronta unica nel mio immaginario. In generale, sono attratto da artisti che, come me, si rifanno a mondi fantastici e spesso horror. Questo tipo di espressione artistica stimola la mia creatività e mi incoraggia a esplorare nuove idee e tematiche. La loro arte non è solo un esempio da seguire, ma una vera e propria ispirazione che alimenta il mio processo creativo, permettendomi di avventurarmi in nuove direzioni.”