Skip to main content

Visita al Laboratorio di Massimo Spadari

Qualche settimana fa abbiamo fatto visita a Massimo Spadari, uno degli artisti di On PAPER Art Gallery.

A San Donà di Piave, all’interno del centro commerciale Helianthus, si trova un piccolo laboratorio che pulsa di creatività. Qui, tra tecniche di stampa antiche e un approccio contemporaneo, Massimo ha dato vita a uno spazio unico dedicato alla calcografia e alla xilografia.

Appena si entra nel laboratorio, l’occhio viene subito catturato dal grande torchio calcografico che troneggia al centro della stanza. Le pareti bianche sono impreziosite da stampe e poster che riflettono l’identità artistica del luogo, mentre scaffali e cassettiere custodiscono ordinatamente strumenti, inchiostri e materiali da stampa.

La luce naturale, che filtra da una grande finestra, illumina il tavolo da lavoro, ricoperto di rulli, matrici e inchiostri pronti a trasformarsi in opere d’arte. Sul lato opposto, una piccola libreria piena di libri d’arte – dalla Bibbia di Gustave Doré alla monografia su Franklin Booth – racconta l’importanza della ricerca e dell’ispirazione per il nostro artista. Ogni dettaglio del laboratorio parla di un ambiente vivo e dinamico, dove la tradizione si fonde perfettamente con l’innovazione.

Il laboratorio non è solo un luogo di creazione per Massimo, ma anche uno spazio condiviso: viene infatti messo a disposizione di altri artisti e amici, che qui trovano un ambiente ben attrezzato e perfetto per le esigenze di uno stampatore.

Durante la nostra visita, Massimo ha stampato le sue due ultime creazioni: “Ti siedi qui un po’”, presentata in due versioni, una bianca e nera e l’altra blu. Quest’ultima opera fa parte di un ciclo di stampe caratterizzate da cieli imponenti e carichi di nuvole, che dominano quasi tutta la scena. In basso, appena accennati, compaiono silhouette di elementi terrestri, come un albero o un lampione, a creare un suggestivo contrasto tra cielo e terra.

Il laboratorio si trova in via Calnova 60, San Donà di Piave.

A seguire, condividiamo le parole dell’artista, che ci guidano attraverso il processo creativo e il significato profondo delle sue incisioni, svelando l’intimità emotiva e simbolica che anima ogni opera.

Il corpus di lavori è il frutto di esperienze vissute; cruciali esperienze interiori che esplodono di luce al crepuscolo. Le incisioni calcografiche nascono da una profonda riflessione emotiva, un percorso intrapreso dall’autore in un momento di intenso coinvolgimento personale.

Ogni segno tracciato sullo zinco è una finestra aperta sull’individualità di un’anima che, segnata da delusioni, ha trovato rifugio nella natura eterea delle nuvole. Queste non sono semplici elementi del cielo, ma incarnazioni di un’afasia – un’incapacità di articolare e comprendere le parole – indotta dai pensieri. Divengono simboli di un ricordo e di un sogno lucido.

Ogni nuvola o cumulo del cielo nasce da un sentimento profondo che, incapace di essere accolto, espresso o compreso, si disperde nell’atmosfera, unendosi agli altri. La calda luce del crepuscolo, diffusa per pochi istanti, emulsiona le ombre e intreccia colori luminosi con le scure delusioni di ricordi indelebili. Così si crea una narrazione visiva che, mentre la luce svanisce, si immerge progressivamente nel dominio della notte.

Le incisioni, grazie alla delicatezza delle acquatinte e alla profondità dei segni dell’acquaforte, ci conducono in un ambiente dove il crepuscolo diventa teatro di sentimenti contrastanti: da un lato, la bellezza effimera dei colori che si dissolvono nel cielo, dall’altro, l’inquietudine dell’oscurità incombente. Allo stesso modo, i segni incisi nel metallo aprono piccole ferite, esponendo un interno vulnerabile che si cicatrizza con inchiostro nero.

In questo dialogo costante tra luce e ombra, l’obiettivo è trasformare il proprio vissuto in immagini, offrendo a chi osserva un’opportunità di cogliere un ricordo. È il ricordo di una persona che, vivendo instancabilmente sotto terra, talvolta emerge per guardare il cielo.